Una volta al mese, di venerdì, si svolge con il coinvolgimento di
tutti i gruppi parrocchiali e di tutta la comunità, la Lectio Divina con a seguire
l'Adorazione Eucaristica animata dai giovani dell'Oratorio.
Nelle altre settimane si
alternano diversi stili di animazione: silenziosa, guidata, canto del rosario:
Rosario Eucaristico (Cantato)
S: Adoriamo ogni momento
il nostro Dio nel Sacramento.
A: Ora sempre sia lodato
il nostro Dio Sacramentato. (x10)
Lo
Spirito Supremo
qual
fù sempre è in Eterno
qual
è sempre sarà.
Enunciazione del mistero
Nel
….mistero Eucaristico si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il
Santissimo Sacramento…
1. …per ricordarci la sua
passione e morte.
2. …per rimanere con noi
tutto il tempo della nostra vita.
3. …per perpetuare il suo
Sacrificio sugli altari per noi, sino alla fine del mondo.
4. …per farsi cibo e
bevanda dell’anima nostra.
5. …per visitarci nel momento
della nostra morte e per portarci in Paradiso.
ALCUNI PASSI DEL
MAGISTERO
SULL'ADORAZIONE EUCARISTICA
Gesù Cristo è presente nell'Eucaristia in modo unico e
incomparabile. È presente infatti in modo vero, reale, sostanziale: con il suo
Corpo e il suo Sangue, con la sua Anima e la sua Divinità. In essa è quindi
presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e
del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo. (Compendio CCC n. 282)

Occorre, in particolare,
coltivare, sia nella celebrazione della Messa che nel culto eucaristico fuori
della Messa, la viva consapevolezza della presenza reale di Cristo, avendo cura
di testimoniarla con il tono della voce, con i gesti, con i movimenti, con
tutto l'insieme del comportamento. A questo proposito, le norme ricordano — e
io stesso ho avuto modo recentemente di ribadirlo — il rilievo che deve essere
dato ai momenti di silenzio sia nella celebrazione che nell'adorazione
eucaristica. È necessario, in una parola, che tutto il modo di trattare l'Eucaristia
da parte dei ministri e dei fedeli sia improntato a un estremo rispetto. La
presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione per
un numero sempre più grande di anime innamorate di Lui, capaci di stare a lungo
ad ascoltarne la voce e quasi a sentirne i palpiti del cuore. «Gustate e vedete
quanto è buono il Signore!» (Sal 33 [34],9)
L'adorazione eucaristica fuori
della Messa diventi … un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali
e religiose. Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente
nell'Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le
trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore
deve subire in tante parti del mondo. Approfondiamo nell'adorazione la nostra
contemplazione personale e comunitaria, servendoci anche di sussidi di
preghiera sempre improntati alla Parola di Dio e all'esperienza di tanti
mistici antichi e recenti. Lo stesso Rosario, compreso nel suo senso profondo,
biblico e cristocentrico, che ho raccomandato nella Lettera apostolica Rosarium
Virginis Mariae, potrà essere una via particolarmente adatta alla
contemplazione eucaristica, attuata in compagnia e alla scuola di Maria. (Lett.
Apost. Mane nobiscum Domine, 2004, S. Giovanni Paolo II)

Prima di ogni attività e di ogni
mutamento del mondo deve esserci l'adorazione. Solo essa ci rende veramente
liberi; essa soltanto ci dà i criteri per il nostro agire. Proprio in un mondo
in cui progressivamente vengono meno i criteri di orientamento ed esiste la
minaccia che ognuno faccia di se stesso il proprio criterio, è fondamentale
sottolineare l'adorazione. (Benedetto XVI)
Il rapporto personale che il singolo fedele instaura con Gesù, presente nell'Eucaristia, lo rimanda sempre all'insieme della comunione ecclesiale, alimentando in lui la consapevolezza della sua appartenenza al Corpo di Cristo. Per questo, oltre ad invitare i singoli fedeli a trovare personalmente tempo da trascorrere in preghiera davanti al Sacramento dell'Altare, ritengo doveroso sollecitare le stesse parrocchie e gli altri gruppi ecclesiali a promuovere momenti di adorazione comunitaria. Ovviamente, conservano tutto il loro valore le già esistenti forme di devozioni eucaristica. Penso, ad esempio, alle processioni eucaristiche, sopratutto alla tradizionale processione nella solennità del Corpus Domini, alla pia pratica delle Quarant'ore, ai Congressi eucaristici locali, nazionali e internazionali, e alle altre iniziative analoghe. Opportunamente aggiornate e adattate alle circostanze diverse, tali forme di devozione meritano di essere anche oggi coltivate. (Sacramentum Caritatis, 2007 N°68, Benedetto XVI)
Senza momenti prolungati di
adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il
Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la
stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a
meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensamente che si
moltiplichino in tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, di
intercessione, di lettura orante della Parola, le adorazioni perpetue
dell’Eucaristia. Nello stesso tempo «si deve respingere la tentazione di una
spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le
esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione».[206] C’è il
rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di
donare la vita nella missione, perché la privatizzazione dello stile di vita
può condurre i cristiani a rifugiarsi in qualche falsa spiritualità...
Che dolce è stare davanti a un
crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere
davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la
nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! Dunque, ciò che
succede è che, in definitiva, «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo
annunciamo» (1 Gv 1,3). La migliore motivazione per decidersi a comunicare il
Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il
cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni
volta ad affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo,
che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che
umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da
trasmettere agli altri...
Non è la stessa cosa aver
conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o
camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua
Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o
non poterlo fare. … Uniti a Gesù, cerchiamo quello che Lui cerca, amiamo quello
che Lui ama...
La missione è una passione per
Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo. Quando sostiamo
davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo tutto il suo amore che ci dà dignità e
ci sostiene, però, in quello stesso momento, se non siamo ciechi, incominciamo
a percepire che quello sguardo di Gesù si allarga e si rivolge pieno di affetto
e di ardore verso tutto il suo popolo. Così riscopriamo che Lui vuole servirsi
di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato. Ci prende in mezzo
al popolo e ci invia al popolo, in modo che la nostra identità non si comprende
senza questa appartenenza...
Il segreto sta in uno sguardo …
Perché, se davvero intendiamo verificare il nostro passo sul terreno delle
sfide contemporanee, la condizione decisiva è mantenere fisso lo sguardo su
Gesù Cristo, sostare nella contemplazione e nell’adorazione del suo volto. Se
assumeremo il suo modo di pensare, di vivere e di relazionarsi, non faticheremo
a tradurre il lavoro sinodale in indicazioni e percorsi per la pastorale della
persona e della famiglia. Infatti, ogni volta che torniamo alla fonte
dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate. È
quanto lascia intuire l’indicazione evangelica: “Qualsiasi cosa vi dica,
fatela” (Gv 2,5). Sono parole che contengono il testamento spirituale di Maria,
“amica sempre attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita”
(Dall'Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, Francesco)